PIER PAOLO TESTA, IL “VALORE” AGGIUNTO

La Visconti apre una nuova frontiera.

Dopo i positivi riscontri della scorsa stagione, il Coach entra a far parte dello Staff Tecnico al quale assicurerà il suo preziosissimo supporto in tema di educazione all’Intelligenza Emotiva.

Passeresti ore intere a parlare con Pier Paolo Testa, volto già conosciuto da chi frequenta la Visconti Basket ma che da questa stagione avrà ancor più modo di comprendere quanto preziosa sia la sua presenza.

Chi lo definiva, forse troppo semplicisticamente, un “mental coach” capirà che il “Pier” è molto, molto di più. Il suo ingresso dalla porta principale nello Staff Tecnico, permetterà alla Visconti di aprire una nuova frontiera, di impreziosire la già valida proposta di Pallacanestro.

Un valore aggiunto determinato da concetti, suggerimenti, iniziative che hanno un unico vero traguardo da raggiungere: arricchire il bagaglio tecnico e di esperienze che ogni allenatore metterà a totale beneficio della crescita di ciascun giocatore. Crescita che non sarà unicamente tecnica, tattica o atletica.

Focalizzeremo la nostra attenzione sull’intelligenza emotiva. Porsi in modo corretto e costruttivo sarà il supporto che il giocatore avrà sul campo da basket ma che sarà un “prezioso alleato” nella vita di tutti i giorni”.

Quello dell’intelligenza emotiva è argomento simile ad una prateria estesa della quale non si conoscono ancora confini definiti: “argomento che va trattato in tempi e modi adeguati” conferma Pier Paolo Testa che prosegue: “Ho proposto allo staff tecnico l’approfondimento dei primi concetti. Lungo questa stagione lavoreremo insieme in questa direzione”.

Scendere nel dettaglio è limitativo: presentati in poche parole, certi argomenti possono apparire superficiali quando, in realtà, l’obiettivo del progetto presentato da Testa (e sposato con entusiasmo dal Consiglio della Visconti), di superficiale non ha nulla.

Gli ambiti trattati saranno quelli della consapevolezza, della responsabilità, dell’autostima, della gestione delle emozioni, dei rapporti intrapersonali e interpersonali… Tanta roba, insomma…

Mi affiancherò agli allenatori – specifica Pier Paolo Testa – ed assieme a loro valuteremo come porsi ai giocatori nel modo più efficace durante ogni singolo allenamento o in partita. Con i coach, ad esempio, stabiliremo quale può essere la domanda migliore da formulare al giocatore nella specifica circostanza. Faccio un esempio: il giocatore sbaglia un tiro. Gli si può dire: “Perché diamine hai tirato così?” ma in questo modo egli non riceverà un messaggio efficace e costruttivo ed avrà la netta impressione di non essere considerato all’altezza. Se invece al giocatore viene detto: “Come hai alzato il braccio durante il tiro? Come hai messo la mano? Eri in una posizione corretta?” ecco che sentirà la fiducia del suo allenatore e, alo stesso modo, capirà meglio come e dove impegnarsi in allenamento”.

Quindi tutto dipende molto dall’obiettivo?

Proprio così. Chi lavora in funzione del risultato ha priorità che sono diverse da chi allena per far crescere i ragazzi”.

Ultimamente, sull’autostima si legge e si sente tutto ed il suo contrario…

Dipende da cosa si intende per autostima – sottolinea Pier Paolo Testa – che spesso viene confusa con superbia, arroganza. Con quel “sentirsi superiore” che non aiuta…”. L’autostima è invece il traguardo che un ragazzo, o una ragazza, raggiunge quando ha la consapevolezza dei propri mezzi sotto il profilo motorio ed emozionale. O, ancora, quando raggiunge la responsabilità di riuscire a dare risposte, a sé stesso e al gruppo, in ogni situazione”.

L’ambito sportivo è quello giusto per sviluppare il percorso che lei proporrà?

Assolutamente si. Se ci pensate bene, praticare sport è il momento nel quale un individuo esprime i suoi pregi ed i suoi limiti. Sono molto contento che la Visconti abbia colto il senso del progetto impiegando tempo e risorse per il suo sviluppo. Non è certo una situazione abituale…”

A meno che, ci permettiamo di aggiungere pensando al “modus operandi” del Visconti, l’atleta sia davvero al centro del progetto prima ancora del risultato. Che poi, come si è visto di recente, diventa una logica e piacevole conseguenza.