Storia

La domenica mattina ci si alzava presto, per andare a gettare il sale sul campo in cemento dell’oratorio. Accadeva d’inverno, quando il rischio era che l’umidità e l’acqua sul campo da pallacanestro ghiacciassero, impedendo poi di disputare la partita settimanale con la squadra ospite di turno. Era un lavoro consueto per i primi giocatori di basket a Brignano, che avevano a disposizione solo il campo scoperto dell’oratorio. Proprio lì, all’oratorio di via Locatelli, nel 1971 pochi appassionati di pallacanestro sostenuti dall’allora curato don Franco Coti Zelati, avevano dato vita a quella società cestistica che ancora oggi prosegue il suo cammino sotto canestro: la Visconti Basket
Nel 1972, accanto ai fondatori e giocatori della squadra maggiore di Prima divisione, a Brignano nasceva anche la prima formazione giovanile. Nasceva un vivaio coltivato negli anni grazie ai giocatori più adulti, diventati allenatori dei più giovani. Brignano. Il numero di iscrizione alla Federazione italiana Pallacanestro era l’847, in anticipo sul 1010 della gloriosa «Or.Sa. Treviglio» (Oratorio Salesiano), fondata nello stesso anno.Lo spirito è sempre quello dei primi fondatori, nonché giocatori della squadra maggiore del 1971, come Gabriele Castelli e Alberto Marioni. «Avevo solo 18 anni – racconta dagli States Gabriele Castelli – e avevo incontrato la passione per il basket ai Salesiani di Treviglio. In quel periodo dagli Stati Uniti arrivavano le prime immagini del grande Doctor J (Julius Erving, ndr), il cestista che sembrava sfidare la forza di gravità, e in Italia iniziavamo ad appassionarci al giovane Dino Meneghin, dell’Ignis Varese. Quando decisi di mettermi ad allenare a Brignano, dopo due anni di esperienza da giocatore all’Alpe Bergamo, tutti gli sportivi del paese dimostrarono un grande entusiasmo. Poi iniziammo a scoprire i nostri talenti. Ricordo che Cesare Aresi, da giocatore grintoso, ideò anche il grido iniziale di gruppo che era “raanei de Brignà…”, ovvero rapanelli di Brignano, il nome con il quale i brignanesi un tempo, venivano chiamati dagli abitanti dei paesi vicini per la forma a rapanello del campanile della chiesa parrocchiale. È difficile credere che siano passati già 45 anni, ma è bello che la storia continui». «Nel 1972/’73 entrò in scena la prima squadra giovanile, della quale facevo parte – ricorda Vittorio Coita, classe 1959, poi allenatore della squadra maggiore nei primi Anni ’90 –. Ricordo il sale sul campo e anche il contatto delle mani con il pallone freddo che ti toglieva un sacco di energia. Ma bastava giocare. Il vivaio è stato sempre al centro di tutto: all’inizio di una stagione di metà Anni ’80 mancavano fondi e bisognava scegliere se far partecipare la prima squadra al campionato di Prima divisione, oppure se far proseguire il cammino del settore giovanile. Non ci furono dubbi sulla seconda opzione».Il giallo e il blù furono i colori prescelti, un abbinamento che risale al casato dei Visconti, e che ancora oggi veste tutti, dai bimbi alla prima squadra. Colori che nei primi anni hanno attratto sul campo da basket anche don Cesare Castelli, oggi missionario in Malawi, e tante altre persone che non ci sono più, come Antonio Conti, giocatore di quella prima squadra giovanile, Giacomo Resmini, detto «ragno», dalle braccia lunghe e utilissime sotto canestro. Ma anche don Maurizio Devicenzi, curato a Brignano dal 1974 al 1983 strenuo sostenitore della Visconti. Ci sono anche stati tanti presidenti: da Giuseppe Bianchi a Luigi Facchinetti, scomparso per un tragico incidente sul lavoro, al quale seguì Giovanni Castelli, sostenuto da Giuseppe Carchen e Sandro Lanzeni, e infine Gianni Brambilla. Sono nomi che hanno fatto un po’ di storia gialloblù, dall’oratorio alle palestre prese in prestito a Verdellino, Verdello o Lurano, fino al palazzetto inaugurato nel 1990 a Brignano. Persone che hanno dato qualcosa per far crescere lo spirito di partecipazione in questo bellissimo gioco.

Qualcuno dei tanti giovani che hanno sparso il sale sul campo dell’oratorio è arrivato in alto: Claudio e Silvio Devicenzi, fratelli di don Maurizio, Tiziano Paravella, Raffaele Di Landro, Matteo Coita, Cesare Moro, Antonio Lecchi e Riccardo Paravella.

Negli anni la società è cresciuta nei numeri: quasi 200 iscritti fra il gruppo minibasket e gli atleti delle squadre giovanili e senior; e nella progettazione del lavoro tecnico ed educativo affidato ad un valido gruppo di istruttori e allenatori con lo scopo di formare “sani” giovani sportivi. Nel giugno 2016 la direzione della società è stata affidata al giovane Francesco Minuzzo, che subentra a Gianni Brambilla dopo ben ventisette anni di presidenza.

Il presente è fatto da tante storie che ritornano, ma anche dall’impegno di chi non ha mai perso di vista il giallo e il blu.