L’allenatore della Promozione: «La ricetta? Prendiamo esempio dall’Italia: ha insegnato cosa vuol dire essere un gruppo. Di fronte ad un limite, tutti insieme bisogna andarci oltre»
Capitan Locatelli è ben saldo al timone del veliero “Visconti Basket” pronto a pilotarlo nei mari della Promozione. È ben consapevole che le acque non saranno sempre tranquille e facilmente navigabili. Ma in cuor suo sa benissimo che, quando arriverà la tempesta, al suo fianco ci sarà un equipaggio di giovani virgulti pronti a spendere sino all’ultima goccia di sudore per issare le vele in direzione del vento, riportando l’imbarcazione sulla giusta rotta.
Va beh, mettiamo pure da parte ogni paragone ad una scena cinematografica… Resta il fatto che il coach della Promozione si affaccia alla nuova stagione convinto di poter vivere una situazione simile.
Non con un volo pindarico, ma partendo da alcune certezze che gli permettono di guardare avanti con fiducia: «Aver mantenuto lo “scheletro” della squadra che ho iniziato ad allenare tre stagioni fa – ammette Lorenzo Locatelli– è un buon punto di partenza. Una base che abbiamo cercato di rendere ancora più solida con pochi ma mirati ritocchi. Credo che il compito di costruzione della squadra sia stato ben svolto. Certo, ora come ora ci manca il “centrone”, l’uomo che ha muscoli e centimetri. Ma non sarà certamente un alibi per noi, sempre ammesso che non arrivi. Saremo certamente in grado di sviluppare una pallacanestro che ci permetta di affrontare anche questa situazione».
Una bella sfida per lei…
«La affronto volentieri e, se devo dirla tutta, comincio con il fuoco della passione che mi arde dentro… So benissimo che sono alle prime esperienze come allenatore e che, davanti a me, la prateria della conoscenza e della competenza è ancora tutta da cavalcare. Sto imparando cose nuove a livello tecnico, motivazionale e di gestione del gruppo. Studio spesso situazioni che possano aggiungere valore alla nostra prestazione. Mi auguro di riuscire a trasmettere la mia motivazione anche ai ragazzi. Ho parlato chiaro con loro: dobbiamo alzare l’asticella in allenamento per poterlo fare anche in partita. Da parte loro ho trovato piena disponibilità. Questi primi giorni di lavoro mi hanno molto soddisfatto».
C’è una ricetta che può rendere vincente il gruppo?
«Facile capire quale. Al di là di come poi è andata a finire, la nostra nazionale deve essere l’esempio. L’unità del gruppo, lo spirito di sacrificio condiviso, il senso di appartenenza ad una squadra e ad un obiettivo. L’umiltà di mettersi a disposizione a prescindere dal proprio indiscusso valore… La somma di tutto questo porta sempre ad un risultato. Ho sentito spesso dire che l’Italia stava giocando al limite delle proprie possibilità. La risposta che hanno dato gli azzurri è l’esempio da seguire: una volta arrivati al limite, è un dovere, tutti insieme, andare oltre. Arrivare allo step successivo. Credo che un simile atteggiamento prescinda dalla categoria: si può essere l’Italia agli Europei, ma lo si può essere anche in Promozione».
Dove le piacerebbe essere a fine stagione?
«Mi fermo un po’ prima se mi è permesso: alla fine della stagione regolare vorrei giocare i play off con i miei ragazzi. Arrivati lì, testa libera e tutto ciò che viene è guadagnato. Non è un sogno – chiarisce Lorenzo Locatelli – ma un obiettivo che dobbiamo fare nostro».
Coach, ma quanto talento è passato da Brignano…
«Tanto, davvero tanto. Sono ben contento che alcuni dei nostri giocatori stiano vivendo esperienze in altre categorie. Mi sia permessa una considerazione: di quel gruppo – dice infine Coach Locatelli – hanno fatto parte ragazzi che oggi sono ancora qui, orgogliosi di vestire questa maglia e di difendere i colori del Visconti. Non era scontato. È tanta roba».